Storie e aneddoti su

Kishan Das Aghori

 

 

Incontro con un Aghori

 

La ricerca di un guru è parte fondamentale della vita spirituale di ognuno, ecco perché ho vagabondato su questo pianeta alla ricerca di quella scintilla che accendesse il fuoco sacro che già era in me. Ecco perché ho attinto da varie fonti assetato di conoscenza. Devo dire però che i Nath e gli Aghori baba hanno sempre suscitato in me una forte attrazione, più di ogni altra realtà da me incontrata nel mio cammino spirituale.

Nel mio vagabondare mi trovai un giorno ad Omkareshwar. Attirato lì dal Joth Lingam, dal fiume Narmada e dall'isola a forma di Om al centro del fiume. Provenivo da Hampi: in pace, in riva al fiume, tra meditazioni e digiuni, con i lunghi bhajan ed i profumati cilum vicino al fuoco con gli amici, tra le rocce lisce e variopinte e l’acqua che scorreva zampillante.

Erano 7 mesi che non parlavo (mun) osservando uno dei sadhana che più mi hanno fatto conoscere l’animo umano, in quel silenzio ho imparato ad ascoltare gli altri, la Madre, me stesso.

Appena arrivato ad Omkareshwar un amico Puri baba mi disse: “C’è un tuo fratello al centro dell’isola, andiamo a trovarlo!”. Annuii ed incuriosito ci incamminammo verso GoriSomnath Mandir, un complesso antichissimo in parte in rovina, vi si trova il lingam antico in pietra più grande dell’India. Il Mandir non era aperto al pubblico e tutt’intorno c’erano scavi archeologici. In quel luogo avevano fatto le loro austerità Parvati, i Pandava e molti tra i grandi saggi indiani e l’imponenza del Mandir a tre piani lo rimarcava. Quel luogo aveva un fascino indescrivibile, ogni poro della mia pelle avvertiva una specie di elettricità emanante dal tempio. Era situato esattamente al centro dell’isola, nel punto d’incontro delle tre linee che formano l’Om.

Mi guardai intorno e vidi un piccolo ashram, il Puri baba mi disse che eravamo arrivati così ci avvicinammo per prendere il darshan, dopo un pranam rituale ci sedemmo vicino al dhuni. Krishna Das Aghori sorrideva e i nostri occhi si incontrarono per la prima volta.

Ho provato varie volte a descrivere questo attimo senza mai riuscirci, le parole mi sembrano tutte limitate e limitanti, quell’incontro di sguardi comunicava un’enormità di cose ed allo stesso tempo andava oltre ogni comunicazione. Quel silenzio tra noi era un canto, quegli occhi benevolenti lasciavano intravedere antichi yantra, quei cuori si unirono e ci sentimmo un’unica cosa.

Il mio amico dopo un po’ se ne andò ma io rimasi lì in silenzio, ascoltai l’essenza dell’Avadhut Gita esposta con semplicità da Krishna Das Aghori e il mio cuore volò alto come un falco, era ciò che aveva sempre detto la mia voce interiore, era ciò che già sapevo dal profondo e che non avevo mai saputo esprimere.

Ricominciai a parlare e da quel giorno rimasi a fare lunghe discussioni con quel Baba Aghori che non ha mai voluto che lo chiamassi guru ma che più di ogni altro è stato un padre spirituale pieno d’amore. Molti sono stati i suoi preziosi insegnamenti che mi hanno fatto immergere nel magico mondo del tantra.

Le giornate scorrevano lente e la maggior parte del tempo stavo seduto vicino al dhuni, solo ogni tanto qualche pellegrino e qualche devoto del Baba rompeva quell’atmosfera carica di significati.

Dopo qualche mese ero ancora lì a fare il pujari al GoriSomnath Mandir tra i versi dei pavoni e le grida delle scimmie.

Da quel posto il mio cuore non se ne andò mai più, come potevo andarmene!

Govinda Das Aghori

 

GoriSomnath Mandir

 

 


 

Jai Ma Il mio incontro con la Madre by Govinda Das Aghori

 

Vedo la Madre in tutto. La vedo nell’erba, nelle montagne, nell’acqua, in tutte le forme di vita, nell’universo, nei miei genitori, in mia moglie, nei miei figli, nelle mie sorelle e nei miei fratelli. A volte però la Madre si manifesta a noi in una forma personale: per darci la sua benedizione, per mostrarci una strada, per aiutarci in un momento di grande difficoltà, perché l’abbiamo stressata con le nostre infinite preghiere, perché vita dopo vita le abbiamo chiesto di apparire alla nostra presenza. Sono rare queste occasioni, sono preziosi regali che ci permettono di avere un rapporto personale con la divinità.

 

Con umiltà vi vorrei raccontare il mio incontro con la grande Madre, ai molti sembrerà il frutto di un delirio ma per me è stato un punto di svolta nel mio percorso spirituale.

 

Già da un po’ di tempo stavo con Krishna Das Aghori ad Omkareshwar nel suo piccolo ashram, studiavo gli yantra, le rappresentazioni grafiche del divino; studiavo i mantra ed il loro enorme potere; praticavo l’Aghora Sadhana sotto l’attenta supervisione di Krishna Das Aghori. Le giornate scorrevano ed ogni giorno mi arricchiva sempre di più. Sono sempre stato in buona salute durante i miei viaggi in India ma in quei giorni mi era venuta un’infezione ad una coscia che aveva prodotto una quantità smisurata di pus. Krishna Das, dopo avermi dato varie erbe medicamentose che nulla avevano potuto contro quella infezione, mi consigliò di farmi fare un’incisione all’ospedale di Indore e mi diede l’indirizzo di un suo devoto, un jainista, che abitava lì vicino e che mi avrebbe ospitato molto volentieri. Decisi così di partire per qualche giorno per Indore (circa tre ore di autobus da Omkareshwar) e di farmi curare all’ospedale. Tutto andò secondo i piani e dopo l’incisione praticata all’ospedale (avevo quasi mezzo kilo di pus) mi dissero di stare a riposo per qualche giorno così andai ospite dal devoto jainista del Baba. Tutti sanno quanto l’ospitalità è sacra in India ed il mio fratello Jain mi diede tutte le sue amorevoli cure per farmi superare quello che mi sembrava uno spiacevole imprevisto. Dopo qualche giorno di convalescenza insieme al devoto del Baba ed alla sua splendida famigliola, sempre con una leggera febbricola, decisi di tornare ad Omkareshwar. Per arrivare in cima all’isola a forma di Om, dove stava il dhuni (fuoco sacro) di Krishna Das Aghori, bisognava salire una antica e lunga scalinata. Ci arrivai in cima ma quella febbricola si trasformò in una febbre da cavallo ed appena arrivai all’ashram del Baba crollai, svenni proprio davanti al dhuni. Avevo la febbre a 42 e cominciavo a delirare, le persone intorno a me svanirono e nella mia mente risuonava solo: “Jai Ma, Jai Ma, Jai Ma!” . Per fortuna il Baba sapeva cosa fare in caso di febbre così alta e mi curò amorevolmente.

 

Nel delirio della febbre ebbi un’unica visione: una ragazza magrolina, con un umile vestito grigio, con grandi occhi neri ed un dolce sorriso, mi portava dell’acqua su una ciotola ricavata da un cranio. Nel delirio bevvi quell’acqua e la ringraziai. Aveva un volto familiare ma non riuscivo a ricordare dove l’avevo già vista, nonostante le umili vesti la sua bellezza era incommensurabile ed emanava una lucente aura. Bevvi di nuovo dalla sua ciotola e la visione cominciò a svanire lasciando il posto al volto sorridente di Krishna Das Aghori. La febbre si era abbassata e mi sentivo molto meglio. Il Baba mi disse che avevo passato le ultime 48 ore incosciente, con la febbre altissima, delirando frasi incomprensibili. Raccontai subito al Baba la mia visione nei minimi particolari, lui annuì dicendo che Ma era venuta a trovarmi ed a salvarmi e che avrei dovuto ringraziare quella febbre perché attraverso essa ho potuto sperimentare una delle più sublimi delle esperienze: L’incontro con la Madre. Non capivo, quella ragazza era la Madre? O era solo un delirio di uno stupido febbricitante? Ritornai varie volte alla discussione sulla mia visione con Krishna Das Aghori ma lui non aveva dubbi quella ragazza era Durga Ma ed inoltre disse che una volta che la Madre ci viene a trovare non ci lascia più, resterà sempre con noi. Certo è che questa esperienza mi ha profondamente segnato, quel volto ha cambiato la mia visione del mondo, lo ritrovo in tutto, lo vedo nell’erba, nelle montagne, nell’acqua, in tutte le forme di vita, nell’universo, nei miei genitori, in mia moglie, nei miei figli, nelle mie sorelle e nei miei fratelli. Non mi lascia più.

 

Jai Ma

Govinda Das Aghori

 

 


 

 

Baba

 

Osservavo a lungo Baba Krishna Das Aghori, lo osservavo nei suoi piccoli gesti, quando stava immobile con quello sguardo lontano e infinito, quando fissava il fuoco sacro del dhuni, quando sorrideva come un bambino. Lo osservavo cercando di cogliere nei suoi gesti quella saggezza che ogni poro della sua pelle sembrava emanare. Osservavo i suoi modi raffinati e regali, come fosse il re del mondo.  Ciò che mi colpiva in lui era come potesse convivere nello stesso momento il distacco tipico dei sadhu del suo lignaggio con lo sguardo amorevole di un padre. Lo osservavo mentre seguiva i miei gesti, come una madre che osserva i gesti del figlio, cogliendo gli errori, le distrazioni e le sbavature del mio agire ma sempre con sguardo compassionevole, pieno d’amore.

Osservavo il suo osservare ogni piccola cosa, in silenzio, sempre in piena consapevolezza di tutto ciò che gli accadeva intorno, non gli sfuggiva nulla, sembrava contare i passi delle formiche e allo stesso tempo seguire il movimento delle nuvole.

 

Ascoltavo a lungo Baba Krishna Das Aghori, lo ascoltavo nella recitazione dei mantra, nella spiegazione della struttura degli Yantra e del loro corretto utilizzo, nelle storie epiche delle divinità e di come tutte fossero Uno, sabka malik ek. Ascoltavo con grande interesse gli aneddoti riguardanti il suo guru, Manohar Das Aghori e degli intrecci che gli aghori hanno con le varie religioni presenti in India, di come in realtà un aghori non si identifichi con nessuna delle religioni ma allo stesso tempo le abbracci tutte. Lo ascoltavo nelle sue dissertazioni, nelle sue spiegazioni della realtà. Lo ascoltavo leggere il mio corpo e la mia mente, infallibile nel centrare sempre e sciogliere il nodo cruciale.

Ascoltavo i suoi canti pieni di devozione, il suo stonare che suonava come un assolo jazz.

Ma soprattutto ascoltavo i suoi silenzi colmi di una comunicazione che toccava livelli irraggiungibili da gesti o parole.

 

E pensare che quello che per me era un padre amorevole ai molti incuteva un misto tra paura, rispetto e venerazione. Molti coglievano solo aspetti marginali di quel mondo Aghori, vedendo solo la superficie o piccole parti di essa e mai adentrandosi in profondità per scoprire la semplice verità di quella realtà. Molti lo vedevano come una sorta di mago convinti che avrebbe esaudito ogni loro desiderio, che avrebbe risolto ogni più piccolo problema, che avrebbe alleviato ogni loro sofferenza, immersi nell’egoismo delle loro richieste. Lui sorrideva e dava a tutti la cenere del dhuni come rimedio per tutti i mali. In realtà molte di quelle persone non capivano il profondo significato di quel gesto, non erano coscienti dell’illusorietà dei loro piccoli problemi. Quella pura cenere bianca ha molti significati, è vibhuti. Il Fuoco Sacro brucia ogni cosa e ciò che rimane è solo cenere. Simboleggia l’essenza di tutte le cose di questo universo. Ci ricorda di come Shiva bruciò il Dio del Desiderio, Kama e lo ridusse in cenere con un solo sguardo del suo terzo occhio perché tentava di distoglierlo dalla meditazione. È un monito per distoglierci dai nostri desideri materiali che avvolgono lo spirito nell'illusione.

Molti lo vedevano come un santo forse perché incapaci di cogliere la santità che ognuno di noi ha, forse perché incapaci di abbandonarsi alla propria santità lasciandola naturalmente sbocciare in sé.

Alcuni lo vedevano addirittura come un demone malvagio soffermandosi solo sugli aspetti più coloriti della realtà degli aghori, schifati e impauriti dai crani umani appesi vicino al dhuni senza mai chiedersi il perché di quella simbologia.

Se la rideva il Baba, se la rideva di tutto e di tutti e mi diceva che ci vuoi fare, questo è il samsara.

 

Quando il mio amato guru lasciò il corpo nel 2005 pensavo di provare una profonda sofferenza per l’enorme perdita, invece con mia grande sorpresa non fu così. Una sorte di gioia si impossessò del mio cuore, una beatitudine inaspettata che mi rese consapevole del fatto che questa persona, che aveva avuto un ruolo così importante nella mia vita, sarebbe stata sempre con me. La sua essenza era ancora più presente. Fu una scoperta meravigliosa! La Morte aveva trasformato quel corpo in una presenza ancora più viva.

Govinda Das Aghori

 

 

 

 

 


 

 

Le storie di Radhika Dasi Aghori

 

Era la metà degli anni '90 quando ero all'Ashram di Guruji. All'improvviso mi sono ammalata molto. Era la stagione delle piogge. Avevo la febbre alta, la diarrea, non potevo né mangiare né alzarmi ed ero in condizioni orribili.

Babaji era molto preoccupato e passava giorno e notte al mio fianco, nutrendomi d'acqua con un cucchiaio, pulendo me e tutte le lenzuola...

Nessun dottore era pronto a percorrere le centinaia di gradini fino a Gauri Somnath Mandir e al nostro Ashram.

Così, un giorno Guruji mi diede da mangiare della Bhasma (cenere) dal Dhuni (fuoco sacro).

Dopo averla ingoiata, in qualche modo mi sono addormentata.

Dopo qualche tempo, ho visto in lontananza una luce bianca brillante molto brillante. Quando mi sono concentrato su di essa, è diventata più grande e molto, molto luminosa.

All'improvviso sembrava un tunnel e ad altissima velocità mi sembrava di volare attraverso quel tunnel.

All'improvviso ero sulle ginocchia di MAHAKAALI. Lei era seduta con le gambe incrociate e io ero sdraiata sulle ginocchia come un gattino arrotolato. Molto dolcemente mi stava toccando e mi diceva che niente di cui preoccuparsi, va tutto bene...

IN QUEL MOMENTO HO SENTITO UNA FELICITÀ E UNA BEATITUDINE INFINITE...

In quel momento ho avuto un'idea di cosa SAT CHIT ANAND è...

Non paragonabile a nessun tipo di normale sentimento umano.

Dopo un po' ho aperto gli occhi. Guruji mi stava regalando il Trishul della Mahakali Murthi.

GRAZIE ALLA GRAZIA DEL MIO GURUJI HO OTTENUTO QUESTO DARSHAN DELLA MIA AMATA MAHAKAALI.

Dopo quell'esperienza con Mahakali, non ho paura della morte.

 

Ecco un'altra storia su Guruji:

Intorno al 2010 un pandit ji molto anziano era solito fare il suo Parikarma quotidiano dell'Aum a Omkareshwar. Mentre passava dal nostro Ashram, metteva ogni giorno una lampada a olio nel tempio vicino alla strada.

Un giorno Panditji entrò e raccontò una storia:

Veniva tutti i giorni, metteva il Deepak e se ne andava con Guruji, parlando con lui mentre tornava a casa.

Un giorno, Panditji stava pensando: "com'è possibile? Babaji è morto".

QUESTO È TUTTO.

Dopo di che non ebbe più la compagnia di Guruji.

 

Radhika Dasi Aghori 

 

 

Un giorno Sri Niwas Ji mi disse, se voglio Guruji sempre con me, dovrei tenere entrambe le caviglie dei suoi piedi e adorarli...

. Una volta in sogno ho visto solo i piedi di Guruji che camminavano.

. La prossima volta ho visto le gambe di Guruji in Padma Asana.

. La terza volta ero seduta con Babloo e Dinesh a un tavolo, bevendo il tè quando arrivò Guruji, seduto con noi al tavolo.

Ho chiesto a entrambi i ragazzi se Guruji fosse davvero lì. Mi hanno detto di sì.

Quindi mentre stavo pizzicando Guruji nel suo braccio e mi convinsi, sì, è lì.

Quando ho voluto toccargli le gambe ha iniziato a scappare. Lo seguii velocemente. All'improvviso è saltato su una piccola macchina bianca e si è allontanato. Una mia amica è saltata davanti alla macchina per fermarlo, ma niente da fare.

Quando ha cercato di scappare, ha riconosciuto che la strada finiva contro un muro.

Scese velocemente dalla macchina e iniziò a nascondersi.

Su entrambi i lati della strada dove parcheggiano le auto.

È andato a destra, tra le macchine...

Ho pensato: “di sicuro lo trovo sul lato sinistro”...

E L'HO FATTO. L’HO PRESO E ADORATO I SUOI ​​PIEDI.

CHE BEL GIOCO DI MAYA (ILLUSIONE).

 

Radhika Dasi Aghori

 

 

 

 

 


 

Meeting Aghoris!

by Niraj Kumar

Aghoris, the word causes shivers in spine. There are stories about aghoris in each & every hamlet of India & Nepal. It is said that they possess unlimited powers over nature, can conquer death, materialize objects, eat human flesh, faeces & live in extreme impurity, sometimes totally naked. Spiritual practioners associate aghoris with the five Ms sadhna that involves getting to a non-dual state of mind through impurity like meat, wine, fish, women. Robert E. Svoboda's trilogy on Aghori Vimalananda in Aghora, popularized the sect in the West. Indic spiritual tradition bifurcates into two main arteries-Vedas & Agamas. While Vedas are the path of purity towards the Absolute, Agamas involve the path of Tantra. In Vedas, mind & fire are the way to reach God. Therfore, sacrifices, oblations and idea of Atman burning like a a lamp predominates. Knowledge descends through Samadhi and thence one can self-realize. Agamas make 'body' as the path to self-realization. In tantras, 'body' is not inferior to mind rather ladder to achieve Higher Consciousness. Extreme obsession with body caused the development of multiple bodily techniques, energy point & energy flow system within body.Hathyoga and concept of coiled energy in the form of a subtle serpent underlies tantric path. Buddhism & Hinduism as well as Taoist quest for immortality and God-like state within human life led to refinement in development of chakra theories, qi-kong, tai-chi, reiki & many more practices. All three philosophies had strongly supported, exchanged & influenced each other in developing the science of subtle energies. While Nagarjuna is credited with making Nalanda the centre of excellence in teaching tantra, other Mahasiddhas like Macchendranath, Gorakhnath strongly influenced the growth of Kashmir Saiva tantras, Bengal's Shakta tantras ,Oriya tantra as well as Tibetan Vajrayana that now hold sway over the Himalayas & across it. Within tantras, there is another level of differentiation-dakshinmarg & Vammarga. While Dakshinmargi uses mantra & mudras for worshipping various form of Shakti, the extreme left-handed path of Vammarga uses dreaded five Ms like meat, wine & sexual act in their path of achieving non-duality. Aghoris are on the extreme left of this spectrum and they even indulge in macabre practises like cannibalism , drinking urine, copulation with corpse (necrophilia), in their urge to obliterate any duality even between pure & impure & to achieve non-dual state of mind. This sect is an offshoot of the famous Kapaliks of Kashmir Saivism who carried human skull as a symbol of sect . Baba Kinaram of Varanasi reformed & revived the sect during 17th century. For Dakshinmargis, Purnananda's Sata-Cakra-Nirupam, a 16th century text of Bengal can be termed classic. For Vammargis including Aghor sect, Abhinavagupta's Tantraloka, a 10th century text of Kashmir can be considered classic. But, there is so much of misinterpretation & abuse by Vammargis that most of them fall prey to delirium and psychosis by obsessive indulgence in ugly, impure & social taboos in their self-discovery.

Encountering Aghoris

While I was mere 6-7 years old, I first heard about an Aghori from father's mouth. We were living in a government bungalow in interiors of Hindi hertland in Bhagalpur district. Appearance of aghoris dressed in all-black cause awe & multiplying rumours among village folk. My father had gone for a morning walk and he was face to face with an aghori. The aghori narrated something about our family & father was sharing that secret thing with mother. I overheard & shivered with joy. An incessant thinking process started- Who are they? What do they do? How do they know everything? Should I learn to conquer fear like they do? And, I started fiddling with dangers to overcome fear. Sometimes getting hold of snakes, or hanging & moving using the dilapidated wooden beam placed on a huge well almost filled with monsoon water to reach the other end of well, jumping into river, playing with fire & visiting ruins of old buildings in evening hoping to confront ghost. Sometimes I landed in serious troubles due to this audacity. Once I decided to cross a field where hundreds od dangerous buffalos wer grazing. No one dared. I chanted newly learnt Gayatri mantra & entered this battle ground. Some stared. I controlled my throbs, perspiration all across body & suddenly a buffalo rushed , picked me on horns & put me down. That was such a scary thing. Buffalo was going to pierce me. I ran, buffalo after me. I survived. there was not much injury to spinal cord, but I mustered no further courage to confront buffalos again. But, the strong urge & my chutzpah nature to discover aghori's power grew stronger. I heard the sound of a sarangi one day. A wandering Natha sadhu was playing the music. It touched some chord in my heart. That sound still reverberates when I go silent. I went after the Yogi and took a firm decision to leave family to learn & wander playing sarangi. I took away clothes, fully naked & told mother that I was leaving home to become a sadhu. I was not even seven years. My good luck that father was not there & I escaped his anger. This fascination in early phase of childhood with aghoris & nathas impelled me on a path in my adolescence which now seems so funny, childish & mere an addiction of adolescece. Certain strong bodily processes unfolded while I just finished my 10th standard. I have narrated the story in one of my notes" Twenty Years of Inner Pilgrimage-From Resonance to Spanda-karika". By 1991, I was certain that I will be a monk and shared my dreams with my girlfriend whom I intensely loved. That was the paradox. All the boundaries between mundane & transcendental realm was collapsing. But, I was never a lonely man. Full of friends, well-wisher, guides. I am gregarious in nature. Same year, I happened to go to Varanasi. My father suggested that if I could get an opportunity, I must go & have darshan of Aghoreshwar Ram, 12th in lineage of Baba Kina Ram. His ashram, Sri Sarveshwari Samooh is situated on the other bank of the Ganga. There were various stories in media those days as one of his visitor, Chandrashekhar had become the Prime Minister of India. When I reached Varanasi, I thought of first rushing to his ashram at the earliest & then getting fresh over there itself to have his darshan at the earliest. When I reached the ashram, I was searching lavatories & bathroom to fresh myself. Must I admit, I was more unclean than many of those aghoris. Rightly or wrongly, I reached the darshan-point. Aghoreshwar's wooden khadaon, slippers were placed on a pedestal & many were paying obeisance to the pair of slippers. I couldn't tolerate. Anger was bursting forth. I was accusing the egoist mindset of the aghori. And in anger wandered into garden side. Someone called me. I was so angry that I ignored that. An attendant told Bhagwan Ram, Aghoreshwar's popular name, is calling me. I couldn't chew my anger even. What a surprise! A saint in white clothes with a white banyan unlike black-dressed aghoris, was standing before me. I touched his feet. He asked me to follow. He sat on a chabutara. Thence, asked about me & my background. He asked me to seek any boon. I thought & sought "god". He was amused. I prostrated on ground, looked towards Him & what a splendid vision I had. There was huge burst of awareness & I felt the expansion of consciousness.Aghoreshwar was a great saint & reached the pinnacle of self-realization through Aghora marg. He embedded himself with social causes. He was running an excellent hospital for lepers. IF IMPURITY IS ALSO THE PATHWAY TOWARDS GOD, WHAT BETTER THAN SERVING THE LEPERS! I really curse myself for not visiting him frequently. He left this earthly abode in 1992. I was a born rebel against every institution. Digging own path & own roots, I often succeeded in failures! Next year, I took initiation fron a Great Yogi of Ramakrishna Order. Something profound was now happening. Attachment with body had minimized after conducting dissections of human corpses/cadaver in Anatomy classes while studying Medicine. Classroom became the cremation ground for developing sense of non-discrimination! Suddenly in 1994, I was hit by another bout of resolving the riddle of death & overcoming the existential dread of death. I began to frequent Varanasi. Bhagwan Ram was not there to guide. Some sadhaks suggested me to meet Aghori Gambhira Beer at Manikarnika cremation ground in Varanasi. Whenever I went there, he was engrossed in samadhi for 4-5 hours at stretch. Then, he would get up, won't interact. I would use time visiting Saranath & meditating under the Peepul Tree. I thought perhps it was not in my destiny to meet him. One sadhak suggested me to discuss my problems with Lal Baba who ate human flesh fron burning pyre even during daytime. I found him to be more a psychotic & quite ignorant of higher dimensions of Reality. He was a mere cannibal. On the other hand, Gambhira exuded energy. Even watching him in Samadhi, one can experience the strong detachment from the world & strange feelings would engulf. I went many times & could finally talk to him in December 1994 after one year sojourn. Gambhira asked me to share lunch. He ate khichdi. I miss sharing the simple food. My sense of prejudice was still there. How could have I eaten meal served on floor (no plates, papers or evn leave-plates) in a cremation ground? He told about his own journey & suggested that since I was seeking God, I shall achieve my goal by practising at home alone. He said even he was striving to achieve same goal but promised that whenever I need to run some spiritual business, he would be happy to impart siddhis to me. He knew I didn't want that. It was in later years that journalists used to throng around him. Once a news channel aired the footage of Gambhira eaing corpse. Still, I have high regards for him. He never leaves his Dhuni at Manikarnika, practises extreme austerities. He is a full Vedantist during daytime & aghormargi during night. Balancing two extreme paths at same time is difficult and that too when you are always in the public gaze as no cave, no hut, no ashram at Manikarnika Dhuni where Gambhira lives. I am lucky to get opportunity to stay with them during night & could decipher the acausal logic these sadhaks engage with while communicating with different worlds.There are some instances to share. A sadhak, normally dressed in shirt & pant , always kept a snake which he claimed to be poisonous. Snake used to wrap around his wrists. That way, he could identify himself with Siva. While tantrik practises involves raising & controlling the serpent energy within, this sadhak actually tamed a physical snake and by homology intended to transfer the effect within. Similarly, another sadhak used to apply ash of owl bones so that he could see into extreme darkness & minimize the need to carry a torch at night. For him, reason was clear. Owls can look into darkness. By applying the ash, this power can be transferrd to him. Similarly, Gambhira talked about" bhag me ling, ling me para; jo rakhe so guru hamara"! He was pointing to mastery of vajroli, non-ejaculative orgasm while copulating with female partner as the real characteristic of a Guru! But, equating semen with mercury is again based on same acusal structural homologous logic. Now, it was clear to me that why in these sects sadhaks consumed small dose of mercury to attain immortality. Immortality is identified with preserving the semen, source of life. Mercury appears like semen..silvery, sticky, viscous glue. By consuming mercury, the life-enhancement can be effected. I would term this kind of non-causal thinking as a sort of morphological resonance of ideas through which action can be transferred. Therefore, trying to understand these marga from causal perspective mostly leads to erroneous views. I was quite fascinated but at the same time disenchanted. Very few aim to achieve God-realization.

That year itself (1994), I got an opportunity to visit Ujjain & Omkareshwar in Central India. Both are the centre of major Jyotirlingas that signify Siva. I was accompanying my father. We reached Omkareshwar on the bank of NARMADA, late in the evening. The famous Jyotirlinga temple is located in Om-shaped island. Here, great saints like Samkaracarya received knowledge. When we crossed the footbridge above Narmada, I asked a passer-by the way to the main temple. He showed the way & suggested to even visit the ashram of Baba Krishna Das. We rushed to the temple and attended the full evening aarti. When, the door was shut, we thought of just roaming the other floors of the temple. We had not taken any decision to visit Baba's ashram.When we were on 2nd floor, it was almost dark. Near a pillar, both of us had a sudden physical shock. It was as if I had touched a 220 Volt naked electric wire. We were thrown few feet behind. I shuddered. Whole air was electrically charged. My heart beat was so fast & feet still. There was a kind of stambhan. An old sadhu was lying. He sits back & lit a match-stick to smoke bidi. My father immediately fell on his feet. I couldn't. I was into another dimension of consciousness. We immediately left the place and in bazaar made an arrangement for night stay. I meditated, tried to know, who he could be. I was swooning. I had a horrific dream as well as a shabby discharge. I got up, felt so guilty but couldnt make out anything. I had seen my father in dream meeting serious accident & lying injured in the bushes. Thence, I saw him in a hospital's 2nd floor. It was vivid, very powerful & I knew it was going to be true. I went into silence. I prayed Siva to save him from untoward incidence. We again went to the temple. We tried to find out the old sadhu. He was nowhere. Within a year, my father met with a serious train accident. That time, I had pemonition of his road accident . He had come to meet us. I along with younger brother were living in the city. I forced him to go back to ancestral home 30 km away so that he could be safe. And the train journey ended with this accident. He was lying in bushes. An old widow & her sons rescued him & took to nearby Hospital. Hereceived injury exactly at same point which I had dreamt. He was saved. When he was shifted to 2nd floor of hospital & he was walking while recuperating from wounds, both of us could relate the manifeastation of dream & grateful for saving from certain death due to the grace of electrifying unknown saint. I was always eager to know who that unknown saint was and told people many a times that the unknown saint was emblem of genuinity. He preferred anonymity & worked in the world unlike our own hundreds of corporate spiritualists. My fascination with cremation ground & practises grew stronger. I left studies of medicine and bacame an ardent follower of Marxism during daytime & practioner of secret energy during nights, This was another paradox settling its own course inside.I started visiting cremation grounds without any guide in the field at late nights and used to practise sadhna near burning pyre. Peace & emptiness of mind was overwhelming. Many a times, other tantriks abused me, threatened me. But, often when I sat, black dogs would rush & sit around me. They were merely responding in Pavlovial way. Other practioners must be feeding meat & fishes to them, so dogs expected same from me. Now, tantriksstopped threatening. For them, dogs are the carrier of Kala Bhairav, the form of Siva that rules smashan, the cremation ground.One of my friends, a well known tantrik suggested me tio use some wine during sadhna. He narrated how he was supposed to perform puja and upon instruction of his Guru based in Datiya, Madhya Pradesh, he was completing chanting of 125 thousand times mantra. He finished arduous sadhna. Nothing happened. He kept on doing. Three lakh, four lakh..ten lakh. Ultimately, he decided to offer branded whiskey to Kala Bhairav. He narrated happily that this bore fruit. Divine Mother appeared in his dreams & blessed him. Such are the anecdotes from night-life oif dreaded cremation ground. I found that in Ujjain, where popular siddhi temple of Kal Bhairav is situated & statue of Bhairav drinks wine when same is offered, people offer best wine to appease God. Human nature & frailty is sometimes so funny to watch. I have fond memories of association with another aghori during this time. He could create atmosphere of cremation ground wheresoever he willed. Burning smell of human flesh would irritate the senses. He roamed many years in Tibet & Himalayas & came back to social life to get his daughter married & fulfill his family obligation. I got married in 2000. My fascination with this esoteric cult ebbed

A message!

May be it was lurking inside a silent corner waiting an opportune time to strile my normalcy again. Facebook became the messanger. On the eve of Diwali, a Facebook friend, Aghori Govind Das sent me a video of Baba Kishan Das of Omkareshwar. Generally, I dont watch videos and more engrossed with phonetic world. I was impelled to watch. This video I posted many a times. I was totally blown away. I identified the Sadhu who gave me darshan at Omkareshwar in 1994. I immediately contacted Brother Govind . He said, he was there in Omkareshwar in 1994 and eschewed that Baba never left his Dhuni, the sacred fire which is considered manifestation of Siva Himself. Who was He then? Was He an astral projection of Baba Krishna Das? Could Baba exist in multiple bodies simultaneously? Did His blessings saved my father? Various personal encounters in Assam & Jammu/Kashmir with practioners have made me to conclude that sadhaks posing for dramatic visuals eating corpses, living naked in cremation ground, practising macabre & bizarre are mere the scum of this pure marg. Pure Aghoris are pure in mind without any discriminationor fear and do not indulga in voyeurism. Logic based on structural resonance through which transference of merit or consciousness is expected leads the ignorant sadhaks of Vammarg to fulfill their desires of transgression & sexual fetishism under the garb of five Ms; without properly understanding the marg.Five Ms are subtle in meaning. Orgasm occurs when polarity within collapses into non-dual state. I vouchsafe sexual orgasm is not the instat experience of this Pure Consciousness. Lot of foolish teachings have been bombarded by corporate spiritualists who give false hope of delivering superconsciousness through sex! Aghoris practise pure, non-discriminatory path of using Body to conquer fear & prejudices and to ahieve the state of non-duality. Pure Aghoris are innocent, lovely, ever kind , merciful & bless you whenever you seek them out. They are apparently bundle of contradictions as for them non-duality is the only aspect of existence. Who can be better example than ShambhuSiva? Om namah Sivaya!

(Written on 22.10.2009 by Niraj Kumar )

 

 


 

 

 

 


 

 

 

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