TANTRA Il termine tantra può assumere molti significati e tentare di definirlo è impresa non facile. Esso può significare "trama" o "rete", ma può essere anche sinonimo di "dottrina" o "rituale". La parola tantra trae origine dalla radice sanscrita tan che significa espansione e tra che significa liberazione. Il tantra perciò è un insieme di pratiche millenarie volte all'ampliamento della consapevolezza, è l'uso sistematico di corpo e mente come strumenti fisici per la realizzazione spirituale, una via pratica alla liberazione. Il corpo e la mente sono governati dai tre guna: sattva, rajas e tamas (virtù, passione, ignoranza). Essi sono gli strumenti principali della natura (Prakriti) per mantenere l'anima incatenata al ciclo di nascita e morte attraverso l'inesorabile legge del karma.
Nel Mahanirvana Tantra e nel Vijñana Bhairava Tantra, Shiva espone a Parvati le varie tecniche di meditazione per poter andare oltre queste influenze della natura ed elevarsi ad una consapevolezza di sé più ampia, condizione base per poter vincere il ciclo di nascita e morte. Tecniche tra le più disparate: dai semplici stratagemmi e scorciatoie per la liberazione finale, alle forme di meditazione legate alle azioni quotidiane; dai mantra e riti di purificazione all'eterno Dharma (verità).
Il sadhana Aghori sembrerebbe circoscritto alle pratiche tantriche in realtà è assai più ampio e comprende anche varie forme dello Yoga e diverse meditazioni provenienti da scuole diverse.
Kishan Das dice che è assai diffuso tra gli Aghori l'uso dell'anatomia come pratica meditativa e come studio del corpo umano, una pratica piuttosto unica tra i sadhu. Dice anche che preghiere mussulmane sono incluse tra i suoi mantra più usati. Le purificazioni (kriya) proprie dello yoga, come pure l'Hatha Yoga fanno parte delle pratiche tantriche e Aghori. Come dice Dattratreya nella sua Avadhut Gita tutto può essere un veicolo per arrivare alla consapevolezza del Supremo e del Supremo che sta in noi perciò gli Aghori non hanno limiti nella ricerca di nuove pratiche per la realizzazione spirituale.
Dalla fine degli anni sessanta il Tantra ha cominciato ad avere una sempre più grande notorietà in occidente, ma l’aspetto che più si è sviluppato e che più ha trovato seguito è quello sull'utilizzo di alcune pratiche sessuali. È opportuno chiarire come queste pratiche, in gran parte tenute segrete, siano solo una piccola parte di quello che è il sadhana tantrico. Anzi si può dire che sono pochi coloro che hanno accesso a tali conoscenze, che solitamente vengono tramandate da guru a discepolo. Quando il sadhaka raggiunge un più elevato stadio di consapevolezza, tramite il controllo dell'energia vitale diviene possibile utilizzare anche il sesso per favorire la crescita spirituale. Stiamo parlando di pratiche come il Chakra Sadhana in cui i sadhaka e le loro consorti si uniscono per raggiungere l'esperienza della Divina Beatitudine. Qui il corpo diviene divino e l’unione diviene cosmica. Si tratta di rituali segreti dove gradualmente avviene l’alchemica trasformazione dal grossolano al sottile, dal piano materiale a quello spirituale.
Anche la sola idea di studiare il Tantra a mio avviso è sbagliata, la pratica è lo studio, l’esperienza personale diretta è qui l’unico mezzo per raggiungere la liberazione. Nel Tantra abbiamo inoltre a che fare con simboli e magia. I simboli e le immagini vengono esplorati, osservati, entrando dentro il loro vero significato affinché questo cominci a svelarsi sempre più pienamente. Si vede il mondo in termini di energia. Si usano queste energie per elevare la propria energia vitale a unirsi con l’assoluto.
I 24 GURU NATURALI DI DATTATREYA
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